"Ti avverto, chiunque tu sia.
Oh, tu che desideri sondare gli Arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh, uomo conosci te stesso e conoscerai l'Universo degli Dei." Oracolo di Delfi

Questo blog non vuole convincere nessuno, non contiene la verità assoluta...
é solo un punto di vista, una collina, dalla quale ammirare il panorama: la collina non fornisce nuovi occhi per guardare, ma solo un punto sopraelevato, diverso dal solito, dal quale guardare il panorama con i propri occhi!
Grazie a chiunque vorrà lasciare un commento!




giovedì 19 maggio 2011

Condividere informazioni e pensieri... Ovvero: il magico mondo di internet

E' da un po' di tempo che rompo i coglioni in giro per facebook lamentandomi, ovunque e in tutte le salse, dell'improprio e scarso uso che, a mio modesto avviso, se ne fa.
Ora è arrivato il momento di motivare per bene tali mie perplessità.


Dunque...che cos'è internet?
Che cosa rappresenta per noi, che cosa ci ha permesso di fare rispetto a vari anni fa, prima del suo avvento?

Per me, internet significa soprattutto possibilità di accesso a dati e informazioni.
Che tipo di dati e informazioni?
Informazioni vive, in movimento, che si interlacciano fra di loro arricchendosi a vicenda pur proveniendo da fonti diverse, talvolta contraddicendosi l'un l'altra. Informazioni che cambiano, che si evolvono in tempo reale. Informazioni che derivano sia da fonti "ufficiali" che dal sapere e dalle opinioni delle persone comuni, come noi.
Internet è amatoriale e professiolnale, ufficiale e ufficioso al tempo stesso: immenso calderone in cui si mescolano allegramente il vero con il falso e il "non del tutto vero" con il "non del tutto falso", il sì con il no e con il nì.

Ricordo quando andavo a scuola (internet l'ho scoperto solo negli ultimi anni delle superiori) e dovevo cercare informazioni per completare ed abbellire una qualche relazione scolastica, e gli unici luoghi in cui andare a barcamenarsi per trovare questi preziosi dati erano le austere biblioteche e le pompose enciclopedie. A casa ho sempre avuto tantissime enciclopedie,
dalla serie completa dedicata alla medicina, a quella sulle arti, sulla musica e sulla filosofia, quella sulla storia d'Italia e del mondo, i ben più scorrevoli (nonché socievoli) atlanti sul mondo animale, vegetale e minerale, quelli sull'astronomia e chi più ne ha più ne metta.
Bellissimi libri e manuali, per carità, ma ricordo le ore infinite passate a sfogliare febbrilmente centinaia di pagine, come un segugio alla ricerca di un tartufo, solo nella speranza di trovare la magica frasetta che facesse proprio al caso mio e che spesso, ahimè, non saltava proprio fuori! Qualcosa di utile, però, riuscivo comunque sempre ad imbastirlo dai milioni di dati non propriamente in tema che avevo faticosamente reperito: un colpetto al cerchio e uno alla botte, una discreta capacità di confondere le acque inserendo nel mio compito un buon numero di elementi discorsivi, vagheggianti  e scenografici che dessero quella nota di fascino al tutto -come un branco di meravigliosi pesci esotici messi ad agitare i loro bei culetti multicolor per nascondere l'orribile sogliola appiccicata al fondale-, ed ecco che la mia realzione finiva lo stesso per fare una figura dignitosa, anche se l'arrosto era ben poca cosa rispetto al fumo.
Beh, effettivamente, noi della generazione delle enciclopedie eravamo sicuramente più spronati a mettere spesso in moto le nostre celluline cerebrali, la nostra fantasia, e a mettere alla prova le nostre doti di cercatori d'oro, piuttosto che un ragazzino attuale al quale basta muovere un ditino, fare click, per ritrovarsi facilmente servite su un piatto d'argento tutte le informazioni di cui necessita, a volte da prender giù "pari pari" così come sono.
Molti lamentano il fatto che internet stia crescendo bambini sempre meno entusiasti dell'idea di conquistarsi le cose, bambini annoiati che riempiono il tempo, guadagnato dalla fatica ridotta della ricerca di informazioni, appiccicandosi alla playstation a trivellare di proiettili il soldatino virtuale di turno, oppure si incollano alla tv a farsi rincoglionire da programmi beoti per minorati mentali, ed in parte hanno pienamente ragione.
Molti altri genitori si lagnano del fatto che, nonostante il grande mezzo di conoscenza che internet rappresenta, i loro figli non riescono comunque bene a svolgere i loro compiti sfruttando come si deve tale mezzo, ma seguitano a "copia-incollare" frasi scollegate le une dalle altre per risparmiarsi addirittura l'enorme fatica di leggere quello che scaricano.
Questa, purtoppo, è un'amara realtà che si può facilmente vedere attorno a noi senza sforzarsi troppo.

Però, vorrei ragionare un attimo sul rovescio della medaglia.

Cos'è che manca nel modo di intendere il vero potenziale di internet?

A mio parere, manca la consapevolezza di ciò che significhi sul serio condivisione e collegamento con il mondo intero in tempo reale.
Come al solito ritorno sulla mancanza di consapevolezza, ossia la piaga numero uno che affligge noi e la nostra super-moderna e intelligentissssima società di persone apparentemente "libere".

Che cosa vuol dire essere collegati con tutto il mondo, anche se solo virtualmente purtroppo?

Per me vuol dire, soprattutto, possibilità di farsi un'idea più chiara di ciò che ci circonda, l'opportunità di allargare la nostra visione a 360° su ciò che le altre persone vedono e vivono, e sul loro modo di interpretare l'esistenza.
C'è un sacco di "materiale umano" da analizzare, su internet...un po' lo specchio in cui si riflettono milioni di persone diverse, e che ognuno di noi può visionare tranquillamente seduto comodamente alla sua scrivania.

Non esiste una sola campana da ascoltare nell'incondizionata fede di assorbire la verità assoluta, su internet.

Ed è questo il suo miglior pregio, secondo me, anche se apparentemente questo sembra un enorme difetto.

Come dicevo prima, su internet tutto può esser vero così come può esser falso, e questa consapevolezza, se saputa utilizzare a dovere, può sul serio permetterci di liberarci dal nostro bisogno ossessivo di avere una regola o verità assoluta in cui credere.
Internet è relatività, vaghezza e caos...è tutto e niente, bene e male mescolati.
Quando, ad esempio, riporti in una discussione con amici o conoscenti un qualche tipo di informazione che hai letto su internet, di solito a questa viene attribuito poco valore, soprattutto se tale dato è qualcosa che parla in una lingua un pochino differente da ciò che siamo  abituati a (voler) sentire.
Non importa quale eminente "esperto" abbia partorito tale informazione: il valore che le persone, nella maggioranza dei casi, danno alle cose pubblicate su internet è sicuramente minore rispetto a quello che si attribuisce, ad esempio, alle informazioni reperite su giornali famosi o, soprattutto, in televisione.

Noi faticavamo molto a cercare ciò che ci interessava sulle varie enciclopedie, e magari dedicavamo più tempo, pazienza e attenzione a ciò che leggevamo, e questo ci aiutava a crescere però, al contempo, ciò che trovavamo scritto su quelle pagine era totalmente incontrovertibile, come del resto ciò che studiavamo nei libri di scuola e, attualmente, come quello che ci viene raccontato in tv.
E' questo, il concetto stesso di regola fissa, che internet non può incarnare...ed è questo il motivo per cui tendiamo tutti a sottovalutarne le potenzialità, trasformando un mezzo che ci permetterebbe di fare il primo passo verso un'ipotetica libertà in mero giochino stupido, in semplice passatempo, così come si fa con lo stesso facebook.

Noi siamo abituati a credere che la verità stia nella regola, nel dogma, nella legge, in qualcosa di solido e immutevole...ma non ci rendiamo conto di quanto sia totalmente contraria alla nostra stessa natura umana, questa fede cieca.
Cos'è sul serio fisso e immutevole, in natura? Noi stessi cambiamo continuamente: invecchiamo, cambiamo umore, idee e modo di approciarci alla vita...eppure le nostre ossessioni (così come quel simpaticone del sistema ci ha dolcemente insegnato) sono quelle di trovare lavoro fisso, partner fisso, rimanere sempre giovani, non cambiare mai opinioni ecc ecc ecc...

Inoltre, più la regola è impartita da qualcuno che sta "in alto", magari che ricopre un ruolo di potere, più per noi, paradossalmente, tale regola acquisisce valore e senso, anche se la cosa in questione fosse totalmente illogica e assurda.
Eppure, al tempo stesso, siamo categoricamente convinti che tutti i politici siano corrotti, che le leggi non proteggano mai i più deboli, che i grandi uomini di potere di grosse mulitnazionali facciano i loro porci comodi in segreto alla faccia nostra, che i vertici della piramide sociale siano solo dei ladri, e "questo lo sanno tutti "...strano, vero? Eppure, quanti di voi nel parlare ad esempio dei vari G8, G20, G... hanno riportato fedelmente, con uno scintillio negli occhi, le stesse stupide parole sbrodolate dalle televisioni definendo tali individui (sempre gli stessi corrotti che, "si sà", rubano a noi poveri cittadini) i "Grandi della Terra"? Per quale motivo sarebbero grandi, questi tizi? Perché hanno più soldi, perché li abbiamo messi a capo di varie nazioni? Sono uomini o dei?
Perché litighiamo per decidere quale politico sia meglio di un altro, e quale dobbiamo votare, se siamo così convinti che tanto son tutti ladri, e che nessuno di loro desidera sul serio fare il bene del suo popolo? Perché seguitiamo a difendere l'illusione di far parte di una società fondamentalmente democratica,  se la fantomatica democrazia non la vediamo mai messa in pratica nella nostra vita quotidiana?

La tv detiene una larga fetta di tale postazione di potere, soprattutto poiché è l'unico mezzo che arriva veramente a parlare direttamente a tutte le generazioni, senza distinzioni; ed è entrata a far parte delle vite dei nostri nonni come una manna dal cielo, il simbolo perfetto dell'inizio di un benessere all'avanguardia e per tutti, un amico divertente come nuovo coinquilino il cui unico scopo era regalare momenti di svago e piacere a tutta la famiglia.

Ma ci rendiamo veramente conto del posto d'onore che ha avuto la tv nei cuori dei nostri nonni e, quasi per "tradizione", ha tuttora nei nostri?

L'avvento della tv è stato un po' come quello della farina raffinata o dello zucchero bianco...metafora del progresso che si faceva carne e sangue per le persone comuni, mettendosi gentilmente al suo servizio per rendere la loro vita migliore.
Forse è per questo antico retaggio che, volenti o nolenti, tutti quanti tendiamo a sentirci intimamente rincuorati se, per caso, una qualche informazione reperita su internet, o grazie a voci meno ufficiali, viene avvalorata anche attraverso il mezzo televisivo, soprattutto da un telegiornale.
Un cruento spargimento di sangue letto su un libro di scuola elementare o raccontato da Emilio Fede è per noi sicuramente avvenuto nelle precise modalità descritte, mentre, di solito, lo stesso episodio raccontato solo sul web tendiamo a catalogarlo nel nostro personale archivio al nome di "probabile bufala da controllare meglio".

Questo avviene, a mio avviso, perché siamo eccessivamente  abituati a vedere tutto o bianco o nero.

Cerchiamo costantemente il bianco o il nero, e questo penso che sia normale in parte, il problema sorge laddove si pensi che bianco e nero non possano per nessun motivo sfumare l'uno nell'altro.
Nel tempo ci è stato fatto credere che, ad esempio, ciò che è chiamata "informazione ufficiale" (persino la pubblicità ufficiale, per sua stessa natura ingannevole) sia il bianco, il vero, la regola su cui impostare le nostre convinzioni, e ora tendiamo a diffidare di ciò che va al di là di tale ufficialità...il più delle volte, secondo me, perché abbiamo un'enorme paura di vedere le nostre sicurezze crollare come castelli di carte.
E' decisamente più rassicurante credere ad Emilio Fede circa le reali motivazioni di una guerra, piuttosto che dover discernere fra milioni di informazioni contrastanti sul web circa il fango che vi è stato dietro a tale guerra!
E allora, che si fa?
Di norma, si crede al tlegiornale e si leggono gli altarini di tutto il "non detto" su internet con blando interesse, come il fatto di ricercare una verità differente fosse una sorta di hobby, e i dati trovati non si condividono certo su facebook, non sia mai!
Su facebook: farmville, messaggini scemi e "oddio, oggi sono incazzato", "taggami sulla foto del pisello dell'uccello" e simili cose...
Non sto qui a puntare il dito e ad inveire contro queste scemate. Sono simpatici passatempi, divertenti e sacrosanti. Però sono e rimangono scemate e, sinceramente, non vedo perché dovrebbero occupare il 99% di un mezzo che avrebbe ben altre potenzialità.
Come ho potuto appurare con i miei stessi occhi, generalmente, qualunque tentativo di condividere e diffondere opinioni che invitino a riflettere su ciò che può riguardare informazioni alternative rispetto a ciò che consideriamo il famoso "bianco della vita" viene catalogato come "pesante" e inutile (perchè tanto noi che ci possiamo fare?) oppure, quando va grassa, come semplice dato da aggiungere alla lista di cosette interessanti di cui abbiamo una tiepida passione, manco fosse un banale francobollo da collezionare nel raro tempo libero che ci è concesso (grazie per la concessione, eh, caro sistema!!).

Non vedo molte persone (anche nella realtà concreta, intendo) sconvolgersi o rimanere sul serio toccate quando si vengono a condividere argomenti quali, ad esempio, gli orrori perpetrati da varie multinazionali, o le scie chimiche o il marcio interesse dietro ad una innocente pillolina per il mal di stomaco, eppure queste dovrebbero essere cose da indagare e diffondere il più possibile, poiché ci riguardano tutti!
A sentire queste insinuazioni partiamo subito inconsciamente con un atteggiamento di difesa nei riguardi della verità ufficiale, ipotizzando quasi di rimando che informazioni del genere andrebbero verificate per bene.
Ok, è plausibile. Le cazzate che si spacciano abusivamente per verità sono tantissime, però a nessuno viene il dubbio che se da tante fonti vengono nominate, ad esempio, le scie chimiche forse un qualche misero dubbio circa le nostre vecchie convinzioni potremmo pure farcelo venire?
Perché Piero Angela, in tv, ai nostri occhi può affermare solo cose vere, mentre una persona, magari con i suoi stessi titoli accademici, che scrive su internet di scie chimiche è più probabile che dica stronzate? Cos'è, la tv, la macchina della verità?
Temo che dietro a questo atteggiamento (che io stessa, accidenti, continuo a mantenere) ci sia anche lo spettro di ciò che dicevo prima: dal momento in cui abbiamo tutti deciso ( negli anni e spronati in buona fede da insegnanti, genitori e altri,  e suppongo in non troppa buona fede da coloro ai quali deriva un vantaggio dalla nostra scarsa flessibilità mentale) qual'è  e dove trovare la verità migliore e assoluta a cui attaccarci, qualunque cosa che ci giunga all'orecchio la quale sia, in seppur minima parte, contraddittoria rispetto alla nostra convinzione non riesce sul serio a penetrare la nostra coscienza, e allora ci possiamo anche ragionare sù logicamente e razionalmente per ore, ma dentro di noi, nel nostro intimo, non siamo sul serio in grado di avvertirne la validità.
Perché, diciamocelo: pensate che se io stessa, nonostante continuo a fare tutti questi bei discorsi, fossi sul serio consapevole di ciò che il sistema, per come è adesso, ci sta rubando me ne starei qui a farmi seghe mentali sulla libertà e, nel frattempo, cercherei lo stesso il modo, che so, per guadagnare soldi o avere successo in ambiti che proprio il sistema mi ha messo in testa essere importanti per star bene nella vita?
NO!!
Se fossi veramente consapevole di ciò che la mia mente, finora, ha solo potuto logicamente ipotizzare, adesso starei vivendo in modo totalmente diverso...come non posso dirlo... non so neppure immaginare come potrebbe vivere una persona che sia del tutto consapevole di non essere altro che uno schiavo con la palla al piede!

Perché, gente, è questo quello che noi tutti siamo nel 2011: un branco di schiavi che neppure si accorgono di avere addosso le catene!

Schiavi di cosa, mi direte voi?

Delle nostre menti totalmente condizionate a credere a menzogne - buone e cattive a seconda di chi ce le ha impartite- che ci sono state raccontate per secoli.

E' una menzogna il farci credere che il nostro sistema economico sia quello del benessere, che la storia sia andata proprio così come ce l'hanno insegnata a scuola, e che questa è fatta da "grandi" personaggi che vogliono il bene dei propri popoli, che le persone si ammalino perchè "è ovvio", che gli anziani siano per forza degli esseri lobotomizzati e rimbambiti (su questo dovrò scrivere un testo apposito, prima o poi!), che le guerre a volte sono per la pace, che i soldi sono sul serio così importanti, che la prerogativa naturale dell'essere umano sia quella di consumare tutto indiscriminatamente, che il lavoro ti nobilita, che lavorare per fabbricare armi sia più onesto che rapinare una banca, e potrei andare avanti per ore...

Io non lo sento sul serio, il peso enorme di tali menzogne, anche se seguito a blaterare di questo problema.
Però, non permetterò che questo mi faccia diventare cinica, nè getterò la spugna.
Non dirò mai: "mangio lo stesso le Pringles  perché tanto tutto ciò che mi sorbisco a tavola è marciume e non vedo perché preoccuparmi di una patatina!"
No, poiché, dove possibile, cerco di non dare altro potere a chi lavora contro di me.
La Pringles ce l'ho in mano, con tutto il suo contenuto di ingredienti merdosi che mi fanno dolcemente l'occhiolino, e la libertà di scegliere se metterla in bocca o meno ce l'ho ancora.

Non mi ucciderà di certo una Pringles ogni tanto, ma è l'atteggiamento con cui la mangio che può fare la differenza! Mangiarla perché "tanto c'è di peggio" mi rende schiavo di un circolo vizioso che mi induce a non far più nulla per oppormi allo schifo che vedo attorno a me, poichè, ammettiamolo, ci sarà sempre qualcosa di peggio di un una cosa che ci fa male...e allora che facciamo? lasciamo correre tutto così?
Non è la Pringles il succo del problema: è il motivo che sta dietro alla nostra scelta di mangiarla il vero fulcro di tutto...scelta che spesso non è più una scelta ma un subire.

Non dirò: "ma tanto non c'è niente da fare", perchè l'errore che percepisco attorno a me è veramente troppo grosso, anche se una parte di me si rifiuta ancora di accettare la sua esistenza, e mi rendo conto che non è giusto far finta di niente...non sarebbe da me.

Sto cercando di capire che c'è un grandissimo problema nel nostro modo di intendere, condurre e progettare la nostra vita....qualcosa di sbagliato alla base di tutto, come una nota stonata nella melodia ingannevole della verità cui ci affidiamo con amore e speranza.
Mi sto guardando attorno, osservo le persone intorno a me, nei loro problemi, in quello che raccontano, nelle loro aspettative e nelle loro ansie, e mi accorgo che siamo tutti vittime di un sistema malato che non ci permette di esprimere noi stessi per ciò che siamo in realtà, un sistema che ci fa vivere nella paura di non farcela nè a tirare avanti nè ad avere successo nella vita, un sistema che ci tiene al guinzaglio regalandoci falsi traguardi cui puntare come zuccherini per un cavallo, per assicurarsi la nostra completa collaborazione, un mondo dove nessuno conosce veramente se stesso e il proprio intimo, un pianeta di gente persa e debole, debole, debole.

Credo, sinceramente, che il vero modo per riguadagnarsi la propria libertà vada molto oltre il fatto dell'informarsi in modo globale sui dettagli circa la nostra condizione di schiavi...ma quello è un modo che non credo si possa nè spiegare nè descrivere, poiché si riferisce alla coltivazione della propria interiorità, delle ragioni del proprio cuore, del potere dell'anima, ma questo non è il luogo per parlarne.
La cosa importante che possiamo fare tutti insieme, però, è quella di condividere le nostre opinioni, riflettere insieme, aprirci la mente a vicenda confrontandoci e mettendoci sempre in discussione.
Perché, è vero: non esiste una cosa solo bianca e solo nera, internet ne è l'esempio, però ricordiamo che neppure le nostre convinzioni secolari (magari instillateci dentro da altri media o da famiglia, cultura, tradizione, scuola) lo sono.

E qui arrivo al succo: dobbiamo trovare il coraggio di scegliere nella piena responsabilità di noi stessi.
E' questo ciò che non riusciamo a fare, troppo soggiogati dall'idea che sia necessario affidarsi ad una sola verità, per vivere sereni.
Penso invece che ciò che ci manca sia la flessibilità.
La flessibilità di adattare noi stessi allo stravolgimento delle nostre convinzioni, cosa che la libera circolazione delle informazioni su internet può fare.

Questo è il grande potenziale di internet. Stravolge, ti mette davanti agli occhi scomode verità, facendoti cozzare più volte contro l'amaro dato di fatto che difficilmente può esistere una verità che vada bene per tutti, che sia universale e incontrovertibile.
Ma, il passo successivo sta a noi.
Saper sfruttare internet vuole anche dire agire.
Far circolare il dubbio, in modo che le persone si accorgano che solo coltivando inizialmente il dubbio si può muovere il primo passo per cambiare le cose nel mondo...nel mondo, sì. Non dico nella propria vita, perché riuscire a cambiare la propria vita quando tutti nuotano in senso contrario a te, e non ti permettono di avanzare con le tue modalità, è sicuramente più difficoltoso che aiutare, prima, gli altri ad aprirsi alla possibilità di nuotare anch'essi in diversi stili e modi.

Quindi, non siamo qui a condividere informazioni perché siamo dei buoni samaritani o perché abbiamo tutti la sindrome della crocerossina.

Lo facciamo perché più siamo a dubitare della pappa pronta che ci viene servita quotidianamente più quella pappa può essere trasformata in concreto.
Ad esempio, se da domani TUTTI quanti, in tutto il mondo, si rifiutassero di costruire armi per quei potenti lassù che vogliono le bombe per "difenderci dai cattivoni", allora come si farebbe a fare una guerra?

Ci rendiamo conto che, grazie ad un mezzo potente come internet, si potrebbe sul serio "allearsi" con tutto il mondo?
Ed è soltanto nell'unione di intenti che può avvenire un cambiamento concreto nelle nostre vite?

E qui arriva il tasto dolente: ma come si fa a capire se le informazioni diffuse in internet sono bufale o verità?
Abbiamo finora appurato che non si può.
Certo. Ma abbiamo anche detto che è proprio questa mancanza di sicurezza che ci rende finalmente consapevoli di quanto sia assurdo cercare una verità assoluta da qualche parte in un qualunque tipo di informazione, sia ufficiale che no.
Lì entra in gioco la nostra capacità di discernere e di accogliere ciò che ci "risuona dentro", a livello del cuore, da ciò che ci sembra inutile...e penso che lì si vada più che altro a sentimento.
Sì, sul sentimento...non c'è nulla di più vago, direte voi: bell'affare! Ma ricordiamoci che anche il nostro modo di ragionare e discernere il giusto dallo sbagliato è condizionato da stereotipi e convenzioni, quindi non è che affidarsi ad una regola ci possa aiutare molto per fare una scelta migliore...
Abbiamo paura di scegliere, però. Perché scegliere da che parte andare, specialmente se questa via è molto diversa da quella più tipica che ci è stato sempre detto esser la più saggia, ci espone ad un grosso rischio. Il rischio di non essere approvati, di stare inseguendo una chimera, di impegnarsi tanto per ritrovarsi con in mano un pugno di mosche.
Ma è proprio qui che risiede il coraggio.

Sappiamo più o meno tutti che c'è del marcio nel mondo...chi non lo sa?
Eppure il coraggio di guardare in faccia i propri sbagli personali, i quali in qualche modo sostengono tutto il marciume che ci sommerge, non lo abbiamo.

Allora, che vogliamo fare: lo cambiamo questo mondo oppure continuiamo solo a lamentarcene?

Cominciamo dalle piccole cose, senza abbatterci perché non riusciamo subito a modificare le nostre abitudini tutte in una volta, e diffondiamo le nostre opinioni circa ciò che vediamo di bello o brutto nella realtà cui siamo abituati a credere.
Perché la mia opinione non è nè più nè meno importante della tua, della vostra, di quella di un esperto,ecc, e vale la pena ascoltarla, controbatterla, discuterla se questo può essere di stimolo ad aprire la mente all'idea che un cambiamento in meglio è possibile!
Condividiamo le nostre idee, con cuore aperto e il più possibile privi di pregiudizio, perchè il riuscire a cambiare atteggiamento mentale nei confronti della realtà può sul serio produrre una trasformazione concreta di questa...
Abbiamo internet che ci permette di cominciare dalla divulgazione delle idee...cavolo: sfruttiamolo!

Perchè ci fermiamo solo ai giochini e all'accumulazione di dati come collezionisti di farfalle?
Sapere e aprire gli occhi non dovrebbe essere un passatempo, ma la nostra priorità!
So di non sapere...questo dovrebbe essere il nostro motto per spronarci a cercare e a rivalutare pian piano le nostre convinzioni che, sinora, non ci hanno evidentemente portato chissà quale gloriosa esistenza, dato che ce ne lamentiamo di continuo!

Quindi. Queste mie parole non mi arrivano dal cielo tipo illuminazione divina, nè da un qualche neurone nel mio cervello che ha smesso di funzionare, ma dall'osservazione della realtà  che vedo con i miei occhi e interpreto ogni giorno.
Possono essere emerite cazzate, oppure mezze cazzate, persino mezze verità, a seconda del punto di vista da cui le si osserva.
Ma a me permettono di riflettere e pormi domande.

Tu cosa vedi, quando ti guardi attorno?
Lo vedi l'errore?
Se no, allora, dammi della pazza scatenata e mandami più o meno gentilmente a cagare...prometto di non prendermela troppo!
Se invece, come me, come altri, lo percepisci sulla pelle, nella pancia, nelle ossa, l'errore che ci sta attorno allora DILLO. Fallo sapere alla gente con il mezzo che preferisci...rendici partecipi della tua opinione, fa sì che tutti ne possiamo parlare e magari, INSIEME, possiamo saltarci fuori.
DILLO.
PARLA, ASCOLTA ED ESPRIMITI, innanzitutto.
Da qualcosa dovremo pure cominciare, no?

PS: Sono stata prolissa e ripetitiva, le mie parole sono sconclusionate e confuse. Ma siccome trovo che la rinascita e il cambiamento passino prima per lo stravolgimento della consuetudine e dell'ordine e dalla disillusione creativa, penso che un bel po' di Caos sia ciò di cui necessitiamo tutti.

Grazie per l'attenzione!

Ringrazio Alice B. (la mia ragazza...) per aver scritto questo importante articolo.

5 commenti:

*Dioniso*777* ha detto...

Molto bello l'articolo. La nostra consapevolezza è stata ridotta a zero. I motivi sono tanti, ma ho letto un bellissimo articolo che parla delle sostanza che buttiamo nel nostro organismo e le conseguenze sono stati d'animo alterati, offuscati.
Lo trovi qui http://fintatolleranza.blogspot.com/ se non lo hai letto ancora

Consideriamo questo, aggiungiamo la televisione, i media in generale, la scuola che forma gli schiavi del futuro...scuola non è sinonimo di cultura come vogliono farci credere, la sapienza di un uomo avviene solo tramite esperienze e ricerche. Internet per questo è perfetto, trovi di tutto ma sta a te collegare e trarre le conclusioni. I media danno solo una versione dei fatti, così la scuola e la chiesa...ma poi parlano di libertà!!!

Amos B ha detto...

Molto interessante l'articolo che hai segnalato... Lo condividosubito su facebook nella speranza che qualcuno inizi ad aprire un poco di più gli occhi!

*Dioniso*777* ha detto...

Ciao, ho letto il tuo articolo http://bollo82.blogspot.com/2010/11/perche.html
Belle le domande, fondamentali per l'esistenza umana sono le risposte a simili domande, sai che però il BENE supremo si raggiunge con le giuste domande! tanto mi è piaciuto che mi sono permesso di riprenderlo e per ogni domanda dare una risposta. Ti chiedo solo se lo posso postare sul mio blog, poi potrai leggere le risposte che ho dato, il mio modesto punto di vista.

Amos B ha detto...

Certo che puoi postarlo sul tuo blog! Anzi, non vedo l'ora di leggerlo :)

*Dioniso*777* ha detto...

Bene, puoi leggere le mie opinioni.
http://fintatolleranza.blogspot.com/

Bello riflettere e chiedersi i perché di ogni nostra azione, se tutti lo facessero sarebbe un paradiso questo mondo.

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